La scena britannica 1966 – 1968
Sul finire degli anni '60 il Beat, il Blues, il Folk e tutta la musica pop in genere
subiscono una trasformazione epocale: vengono dilatati, distorti, ricolorati
dalle “nuove vibrazioni” che in quel periodo stavano scuotendo il mondo
giovanile e non solo.
I grossi temi dell'epoca come il pacifismo, il razzismo, l'emancipazione
femminile ed il massiccio uso di droghe allucinogene come hashish ed L.S.D.
entrano anche nell'arte,
e dalla porta principale, generando un periodo di cambiamenti nel costume e nei
rapporti sociali, soprattutto nella musica, nel cinema e nella moda.
Nel giro di un paio di anni questo fenomeno fini' come tutti soffocato dall'establishment
e trasformato inevitabilmente in business e superficiale eccentricita' da sballoni,
ma ha lasciato tracce indelebili che sono arrivate fino a noi formando il nostro modo di vivere,
di parlare e di interagire con amici, genitori, istituzioni.
Ma torniamo alla musica:
vecchie bands vivono da protagoniste il momento magico come Beatles, Who, Rolling Stones, Pretty Things e Small Faces,
altre ne nascono al di la' ed al di qua dell'oceano. Cantautori come Donovan e Bob Dylan trovano terreno
fertile per le loro liriche impegnate.
Ci sono gruppi guida come Grateful Dead e Jefferson Airplane nella West Coast,
Pink Floyd e Soft Machine nel Regno Unito, i Velvet Underground a New York.
Le atmosfere sono spesso giocose, floreali,oppure dilatate, oniriche, cosmiche.
Anche i testi si fanno piu' impegnati e lasciano le banalita' per ribellarsi allo status
e difendere valori sociali e politici. Celebrano una emancipazione della figura femminile
ed una inevitabile “liberazione sessuale”.
Il suono delle chitarre si distorce, il pianoforte diventa organo,
i ritmi si allargano fino ad abbracciare culture musicali di paesi come l' India e l' Africa.
Fioriscono a Londra e in tutto il Regno Unito locali notturni “alternativi” come l’ UFO, la Roundhouse, il Marquee;
le strade alla moda sono King’s Road e Carnaby Street, con i loro negozi dal nome lungo e strano.
Oltre alle band citate sopra una miriade di nuovi nomi escono allo scoperto, spesso riusciranno
ad incidere appena un 45 giri, nel caso piu’ fortunato un LP. Nomi non convenzionali come
FLEUR DE LYS, DANTALIAN’S CHARIOTS, POETS, SMOKE, TINTERN ABBEY,
SYN, WINSTON FUMBS, WIMPLEY WINCH, JOHN’S CHILDREN,
TOMORROW, BLOSSOM TOES e tanti altri.
I loro brani sono diamanti grezzi all’ altezza dei piu’ fortunati pezzi di Beatles e Stones,
ma incontreranno scarsa fortuna commerciale, spesso cadranno nel dimenticatoio per poi
essere riscoperti nelle copiose antologie celebrative degli anni 80-90.
Nelle pagine DISCOGRAPHY e JUKEBOX troverete un buon assaggio di questa cultura
musicale. Una cronologia ragionata della Summer of Love alla pagina di Radio London.
Ripeto, negli ultimi anni l’ editoria minore e soprattutto le etichette discografiche si sono date
da fare riportando alla luce una quantita’ enorme di materiale;
Per saperne di piu’ http://www.marmalade-skies.co.uk/
http://www.ugly-things.com/ e soprattutto i due libri qui sotto in lingua italiana :
Gli anni 70
Dopo le orgie psichedeliche di fine anni ´60, la musica di oltremanica fece tesoro di quelle
fantastiche ispirazioni, e incomincio´ a muoversi verso barriere sperimentali che abbracciavano
il classico, il folk, il jazz ed il rock..
Gli interpreti si fecero tecnicamente piu´ accademici ed impegnati, verso la costruzione di un
sound barocco, pieno, e molto articolato. Il rock divenne arte nel vero senso della parola,
i brani non stavano piu´ in soli tre minuti, ma la loro durata era dilatata, a volte duravano un intero
album. Testi di tematica sociale si alternavano a favole e mitologia, e la musica dipingeva magistralmente
le liriche. E´ difficile dire esattamente quando tutto cio´ sia veramente iniziato, ci sono comunque due
album scuola che hanno segnato l´inizio: “Third” dei Soft Machine e “In the court…” dei King Crimson,
senza dimenticare “Atom earth mother” dei Pink Floyd.
Sul finire degli anni ´70 l´elettronica ed il movimento Punk decretarono la fine di quel periodo, che resta comunque
una fucina di idee per chi ama fare ed ascoltare vero pop-rock.